Il modello DIR è un modello d'intervento elaborato da Stanley I. Greenspan e Serena Wieder nel 1979 negli USA per bambini con disturbi del neurosviluppo. In italia è stato inserito nel 2005 nelle Linee Guida della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (SINPIA), tra le raccomandazioni tecniche-operative per i servizi di neuropsichiatria dell'età evolutiva. Per essere accreditati come terapisti DIR occorre ottenere una certificazione in seguito ad una adeguata formazione.
Le componenti chiave del modello sono contenute nell'acronimo DIR, ovvero Developmental (evolutivo), Individual Differences (Individualizzato) e Relationship Based (Relazionale). Il trattamento infatti prevede l'acquisizione delle principali tappe evolutive neurotipiche, come attenzione condivisa, comunicazione intenzionale condivisa, pensiero logico, autoregolazione emotivo-comportamentale, ecc…, l'attenta valutazione dello specifico profilo sensoriale e motorio di ogni bambino e pone al centro la relazione genitore-bambino come ambiente all'interno del quale avviene l'apprendimento. Questo modello è quindi multidisciplinare e il terapista DIR lavora per favorire l'acquisizione delle tappe fondamentali dello sviluppo umano attraverso attività semi-strutturate motorie, sensoriali, socio-comunicative e di problem solving sociale, identificando un profilo individuale e lavorando sui deficit specifici di ogni bambino. Non solo il modello si applica allo studio del terapista, ma anche a casa e a scuola: oltre a partecipare attivamente alle terapie, a tracciare un profilo funzionale personalizzato e un piano integrato d'intervento in accordo col terapista, infatti, i genitori, in qualità di figure più significative per il bambino e per il suo sviluppo, possono analizzare insieme al terapista le sedute con il bambino (solitamente vengono videoregistrate) per comprendere al meglio come lavorare col bambino e come rafforzare l'acquisizione di competenze anche nel gioco a casa e nelle routine quotidiane. Inoltre, il modello prevede un coinvolgimento di tutte le figure professionali che ruotano attorno al bambino, in un'ottica di rete e scambio di informazioni riguardo gli obiettivi e le strategie d'intervento usate per raggiungerli.
Una delle attività più importanti del modello DIR è il Floortime, una tecnica che prevede una serie di strategie messe in atto dai genitori supportati dai terapisti. In particolare, il punto di partenza è rappresentato dagli interessi spontanei del bambino, sui quali vengono costruite sequenze di gioco e scambi relazionali che diventano via via sempre più complessi, sulla base delle sue caratteristiche sensoriali, visuo-spaziali, emozionali, motorie e comunicative. Questo tipo di attività stimola i bambini e favorisce l'acquisizione di abilità fondamentali quali la regolazione, il linguaggio, l'attenzione, il pensiero attraverso un continuo scambio interattivo. Non è quindi un semplice "far fare al bambino tutto quello che vuole", ma è un modo per far apprendere il bambino attraverso delle attività per lui stimolanti e divertenti. Durante le attività Floortime, infatti, la terapia segue precise modalità e strategie per raggiungere obiettivi specifici.
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