Per parlare di rischio in adolescenza è necessario superare lo stereotipo secondo cui gli adolescenti non comprenderebbero a fondo il concetto di pericolo e si sentirebbero invincibili di fronte ad esso.
Queste idee sbagliate non ci permettono di comprendere realmente quali sono le motivazioni legate a questi comportamenti rischiosi. Per capire perché gli adolescenti a volte sono imprudenti, dobbiamo considerare l'ambito in cui si inseriscono questi comportamenti: gli adolescenti sono più portati rispetto ai bambini e agli adulti a compiere scelte pericolose in contesti che potremmo definire «caldi», ad esempio quando sono con gli amici. Infatti, diversi studi hanno mostrato come i coetanei e le amicizie sono più importanti nel periodo dell'adolescenza rispetto a qualsiasi altro momento di vita. In adolescenza, infatti, ragazzi e ragazze iniziano a distaccarsi dal nucleo familiare, ricercando nel gruppo di pari un senso di appartenenza e accettazione, per questo le opinioni degli amici diventano importanti e vanno a definire la percezione del proprio valore. L'importanza del gruppo di amicizie in adolescenza ha delle conseguenze sulla capacità decisionale del singolo, nonché sulla tendenza a correre rischi. Quando svolgiamo un qualsiasi compito e veniamo osservati dalle altre persone si verifica il cosiddetto "audience effect", che consiste in aumento dello stress indotto da un pubblico: se il compito è facile la prestazione migliora, quando invece il compito è difficile, la presenza di un osservatore può ostacolarlo. Dunque, tutte le persone sono in generale influenzate dal giudizio degli altri, ma nel periodo dell'adolescenza siamo particolarmente suscettibili ai fattori sociali. Un esempio consiste nel comportamento di guida pericolosa: gli incidenti alla guida sono più frequenti fra i sedici e i venticinque anni e subiscono un incremento in presenza di un passeggero. Tale dato è stato replicato in un esperimento in cui adolescenti e adulti svolgevano un compito di guida simulata: è stato dimostrato che i due gruppi d'età hanno la stessa attitudine al rischio quando sono da soli e in condizioni di guida ottimali, tuttavia, quando il guidatore realizzava lo stesso percorso in presenza di un amico, gli adolescenti adottavano comportamenti rischiosi in misura maggiore, mentre nel gruppo di adulti la presenza di coetanei non influenzava la propensione al rischio. Gli adulti potrebbero essere meno inclini a farsi distrarre dalla presenza di qualcun altro, ma interviene anche un altro fattore: la guida veloce e spericolata può essere valutata positivamente dall'adolescente, soprattutto da parte dei coetanei.
Quindi, gli adolescenti corrono dei rischi, attraverso comportamenti pericolosi, per poter ottenere una valutazione positiva dal proprio gruppo di pari e scongiurare quindi un rischio più grande, quello dell'esclusione. Infatti, le conseguenze dell'isolamento sociale negli adolescenti possono essere severe e lo stress sociale subito in questo periodo ha delle ripercussioni sui comportamenti e sul benessere in età adulta: fare del proprio meglio per essere accettati dai coetanei può dunque rappresentare un vantaggio in termini evolutivi. Inoltre, diversi studi concordano nel sostenere che la prima adolescenza sia la fase in cui si mette maggiormente in dubbio l'autorità degli adulti, a favore delle opinioni dei coetanei.
Dunque, non bisogna valutare solo negativamente la tendenza degli adolescenti a compiacere i propri coetanei, anche quando vengono adottati dei comportamenti rischiosi, in quanto l'accettazione sociale è fondamentale per i ragazzi e le ragazze. Correre rischi non è sempre negativo: può aiutare a fare nuove esperienze, insegnare qualcosa, contribuire allo sviluppo personale e qualche volta è anche divertente. Nello sviluppo, e nel corso di tutta la nostra vita, prendere qualche decisione azzardata è necessario.
Questa influenza legata ai fattori sociali può inoltre essere sfruttata a livello educativo e sociale attraverso il metodo della peer education, che consiste nella diffusione e condivisione di informazioni relative ai comportamenti, alla salute e ai valori all'interno dello stesso gruppo di pari.
Bibliografia:
Blakemore S. (2018). Inventare sé stessi. Cosa succede nel cervello degli adolescenti, Bollati Boringhieri.
When you subscribe to the blog, we will send you an e-mail when there are new updates on the site so you wouldn't miss them.