Psicomotricità
La pratica psicomotoria è una particolare modalità di intendere le relazioni fra processi emotivi, cognitivi e corporei, che si focalizza sul movimento e sull’azione, sollecitando il comportamento spontaneo del bambino all’interno di un’area di gioco condiviso. Si attua attraverso il gioco, nell’azione, nel misurarsi concretamente con spazio, tempo, movimento, oggetti, accompagnati dall’adulto attraverso tecniche specificamente studiate.
Comprende strategie di intervento rispettose dell’originalità e dell’unicità di ogni singolo bambino. Una parte fondamentale del lavoro dello psicomotricista sta nel condividere con i genitori il percorso effettuato con il bambino, creando dei momenti dedicati. Infatti si ritiene utile che i genitori stessi vengano accolti negli incontri psicomotori in qualità di osservatori e in momenti successivi di co-conduttori.Questo consente di trasportare quanto imparato durante le sedute psicomotorie in tutti gli ambiti di vita del bambino, soprattutto a casa e a scuola.
Per chi è indicata la psicomotricità?
- bambini impacciati o con difficoltà di coordinazione;
- bambini iperattivi o con temperamento oppositivo-provocatorio;
- bambini con difficoltà nella grafo-motricità o nel corsivo e negli aspetti visuospaziali (problemi ad usare lo spazio del foglio, a stare nelle righe);
- bambini che presentano difficoltà a stare nelle regole;
- bambini con difficoltà relazionali, per esempio eccessivamente inibiti;
- bambini che non riescono a rispettare i turni di gioco o che hanno difficoltà a prendere distanza dagli altri;
- bambini con ritardo dello sviluppo.
E' possibile iniziare un percorso di psicomotricità fin dal secondo anno di vita, anche a scopo preventivo oltre che di intervento.