Si parla spesso dei problemi legati all'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività): difficoltà a stare fermi, distraibilità, problematiche comportamentali, ecc...
Eppure ci sono dei punti di forza importanti e spesso poco conosciuti, anche alle stesse persone con ADHD, che invece è importante mettere in luce.
In questo articolo parliamo dell' "hyperfocus" (traducibile in italiano con iperfocalizzazione), ossia uno stato familiare alle persone (bambini, adolescenti o adulti) con ADHD, che hanno avuto esperienze di concentrazione così intensa da "annullare" tutto quello che in quel momento accade attorno a loro.
Vediamo gli aspetti principali di questa caratteristica ancora poco conosciuta dell'ADHD.
"Non hai veramente difficoltà di concentrazione, ti concentri troppo intensamente sul tuo videogioco!"
Quante volte i bambini o adolescenti con ADHD avranno sentito questa frase?
Sembra ovvio, se un individuo riesce a concentrarsi così profondamente su qualcosa, non può avere un deficit di attenzione, ma è veramente così?
L'ADHD tendenzialmente si manifesta con l'elevata distraibilità, quindi può sembrare strano che la stessa persona sembri spesso distratta e poi invece riesca a focalizzare la propria attenzione per un periodo prolungato di tempo.
Oggi sappiamo che questa capacità è molto frequente nelle persone con ADHD e si può definire appunto hyperfocus.
L'hyperfocus per esempio in un adulto con ADHD permette di concentrare la propria attenzione in un unico compito consentendo spesso di raggiungere una produttività lavorativa elevatissima, a spese di quello che c'è intorno, come un familiare che parla o una pentola sui fornelli.
Purtroppo non è sempre facile gestire tale capacità a piacimento e può risultare quindi frustrante dover spiegare che l'abilità di concentrarsi intensamente in alcune aree non è davvero una scelta.
Vediamo alcuni dei lati positivi e negativi dell'hyperfocus.
L'hyperfocus può essere un dono.
Consente infatti di svolgere un'elevatissima quantità di compiti in un periodo di tempo ristretto. Permette di dedicare l'attenzione a qualcosa che interessa veramente, può essere usato anche con i rapporti personali, spesso sfociando in amicizie profonde o relazioni durature.
Per usare le parole del noto psichiatra Edward Hallowell, conosciuto negli Stati Uniti per aver pubblicato numerosi libri sull'ADHD, "L'hyperfocus si attiva quando fai qualcosa che è davvero importante per te", ed è anche "quando operi al meglio delle tue possibilità". L'ADHD, sostiene Hallowell, non è un deficit di attenzione, ma "un'abbondanza di attenzione, il problema è regolarla. Le persone con ADHD possono prestare una super-attenzione ma se non sono interessati, la loro mente va da un'altra parte".
Tutto ciò può anche trovare una spiegazione nelle neuroscienze: esiste una parte del cervello, il lobo frontale, che funziona diversamente nelle persone con ADHD e di conseguenza i loro sistemi di rinforzo sono diversi. Per questo motivo quando queste persone si trovano a svolgere un compito molto gratificante per loro diventa difficile spostare l'attenzione su qualcos'altro.
Un altro punto di vista è quello cognitivo. Grazie al lavoro dello psicologo e ricercatore Russell Barkley sappiamo che le persone con ADHD, più che essere realmente incapaci a prestare attenzione in senso generico, hanno difficoltà a esercitare il controllo sulla loro attenzione, ossia nell'autoregolazione dell'attenzione. Esercitare il controllo vuol quindi dire saper spostare l'attenzione da un'attività all'altra.
Dunque chi riesce a "sfruttare" l'hyperfocus, può raggiungere elevati livelli di attività finalizzata a seguire una passione personale e un alto grado di concentrazione in compiti che interessano realmente. E non sarà quindi un caso se molti imprenditori, atleti e attori di fama siano persone con ADHD.
Alcuni esempi sono:
Richard Branson (CEO di Virgin, un gruppo di 400 aziende);
Michael Phelps (l'atleta olimpico più decorato di sempre);
Jim Carrey (attore e produttore);
Edward Hallowell (Psichiatra di Harvard, autori di molti best sellers);
Jamie Oliver (Chef di fama mondiale, ADHD e Dislessico);
Will Smith (Attore e cantante, dislessico e ADHD);
Bill Gates (Fondatore della Microsoft);
Robin Williams (Attore).
Tuttavia ci sono diversi aspetti poco piacevoli legati all'hyperfocus, che spesso vengono soprattutto vissuti dai familiari o dagli amici di persone con ADHD: per esempio può essere difficile anche solo parlargli quando sono iperfocalizzati. Non solo, può essere necessario dover ricordare loro dell'orario, di cenare o di andare a dormire!
E non sempre l'hyperfocus si indirizza su compiti positivi o produttivi come lo studio o un progetto di lavoro.
In conclusione ciò che aiuta molto è la consapevolezza, che è utile e può essere insegnata a qualsiasi età: conoscere il proprio funzionamento, con i propri punti di forza e di debolezza, riconoscere i momenti di distrazione così come quelli di hyperfocus, accettare in sintesi le proprie caratteristiche speciali senza sempre criticarle, ma vedendole anche in una chiave positiva.
L'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è uno dei più comuni disturbi in età evolutiva che si manifesta con una prevalenza intorno al 4%-5% in età scolare.
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