Psicologia e Apprendimento

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Dispersione scolastica: verso una Scuola 2.0

Dott.ssa Serena Toniolo - 
Un problema, sempre più di maggior rilievo in questi ultimi anni, è la dispersione scolastica ("drop out"), intesa come l'abbandono definitivo dei corsi di istruzione prima del loro termine previsto; ma comprende anche la ripetenza, cioè il rifrequentare più volte uno stesso corso senza aver avuto un esito positivo e l'interruzione temporanea dagli studi per diversi motivi.
Riportando gli ultimi dati pubblicati dal Miur (nella tabella "Tavola 9"), si può notare come il fenomeno sia leggermente in calo, infatti la dispersione era del 4,4% nel 2013/2014, del 4,6% nel 2014/2015, del 4,3% nel 2015/2016. Per un approfondimento si rimanda all'articolo completo https://goo.gl/MBEiQt

Sebbene ci sia un leggero miglioramento, il drop-out scolastico è una problematica significativa non solo italiana, ma anche europea, infatti la Commissione europea nel 2014 ha pubblicato un'indagine in merito: "Lotta all'abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione in Europa: strategie, politiche e misure. Rapporto Eurydice Cedefop".
https://goo.gl/6jxuJK

Secondo la commissione europea le principali cause possono essere: il background familiare e personale, il genere e le condizioni socio-economiche, così come i fattori relativi al sistema di istruzione e formazione, ad esempio la scarsa attrattiva del processo di insegnamento basato sulle metodologie tradizionali o i molteplici insuccessi ottenuti.

I vari Paesi europei, per contrastare questo fenomeno, hanno proposto degli interventi che prevedono: il miglioramento dell'accesso e della qualità all'educazione e alla cura della prima infanzia, l'aumento della flessibilità e permeabilità dei percorsi di istruzione, l'istituzione di percorsi di orientamento scolastico e professionale, l'affinamento della capacità degli insegnanti di identificare i bisogni formativi dei singoli studenti, di creare un ambiente di apprendimento favorevole e di favorire l'integrazione e soprattutto sostenere, in modo mirato, i gruppi ad alto rischio di abbandono precoce, come gli studenti svantaggiati, quelli di famiglia migrante o appartenente a una minoranza e studenti con bisogni educativi speciali.
I giovani che lasciano anticipatamente la scuola sono più vulnerabili alla disoccupazione, alla povertà e all'esclusione sociale, con impieghi precari e meno gratificanti a livello personale ed economico.
Risulta fondamentale quindi promuovere nuove strategie per combattere il fenomeno, come quelle suggerite dall'Unione Europea; si possono quindi predisporre sistemi di allarme per individuare precocemente i soggetti a rischio, stabilire una rete di comunicazione tra genitori, insegnanti e altri operatori del settore, sostenere i docenti fornendo loro strumenti e conoscenze necessarie per supportare gli studenti a rischio, proporre attività extracurriculari per rafforzare l'autostima e strutturare programmi didattici che formino degli studenti competenti e autonomi in grado di poter capire il proprio orientamento professionale e personale in modo che possano trovare da sé la loro strada.
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