1) La tecnologia che utilizzi non è davvero necessaria
A volte, l'ansia di impiegare più strumenti "all'avanguardia" possibile raggiunge il risultato opposto di quello atteso: li rende superflui. Un iPad con mille account ed applicazioni potrebbe non servire per spiegare agli alunni un certo argomento o per fare un rapido schizzo di mappa concettuale.
2) Gli studenti hanno accesso a troppe cose contemporaneamente
Quali applicazioni sono necessarie per raggiungere un determinato obbiettivo didattico? Cerca di mantenere semplici le istruzioni e limitare l'accesso solo alle app che sono veramente necessarie. Chiarisci fin dall'inizio il processo di apprendimento con i tuoi studenti, avranno tempo nelle lezioni successive per giocare con tutte le altre applicazioni previste dal programma.
3) Sei sia il filtro che la fonte del loro apprendimento
Gli studenti hanno accesso al mondo intero, ricco di informazioni incredibili e scintillanti. Una volta che hanno messo mani ai loro strumenti per iniziare la propria ricerca, e dopo aver esplicitato la consegna, il tuo ruolo è di essere una guida che chiarisce, spiega e fornisce indicazioni. Non un guardiano che limita la loro libertà e curiosità.
4) Non stai pensando a rovescio
Inizia sempre avendo ben chiari gli obiettivi del tuo lavoro. Costruisci il percorso di apprendimento a partire dal fondo. Cosa devono ricordare alla fine di questa lezione? Quali materiali devono creare o raccogliere per consolidare il concetto nel tempo?
5) La tecnologia sta fungendo da fine e non da mezzo
Lo scopo di una lezione, a meno che non sia una lezione di informatica, è quello di aprire la mente a nuove conoscenze e modalità di ragionamento. Non è imparare ad utilizzare una determinata applicazione, o costruire un tabellone, un giornale, finire un esercizio.
La Scuola 2.0 può essere un grande arricchimento o costituire una pericolosa distrazione. Il mondo sta cambiando, ci sono nuove modalità di apprendimento e comunicazione, nuovi linguaggi, che non sono certamente più importanti di quelli tradizionali...ma sono quelli naturali per le future generazioni. Nessuno parla in Fiorentino Dantesco ai propri alunni. Tra 50 anni come comunicheranno insegnanti e studenti?
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