Di Ugo su Domenica, 12 Settembre 2021
Categoria: Autismo

Progetto ragazzi: diventiamo autonomi...insieme!

Il progetto è frutto della collaborazione di un'equipe specializzata sul Disturbo dello Spettro Autistico, dentro e fuori dallo studio. Ciò che ha permesso a questi ragazzi di mettersi in gioco veramente, è stata infatti l'unione di due interventi fondamentali: l'intervento strutturato in studio e l'esperienza nel contesto naturale e reale.

Ecco le principali fasi dell'intervento, ognuna costruita in base all'abilità da apprendere (esempio: comprare un gelato).

Intervento strutturato in studio:

  1. Videomodeling: visione di un filmato in cui un ragazzo va a comprare un gelato.
  2. Esercizi di apprendimento all'uso del denaro.
3.  Copioni della conversazione e simulazione.
4. Role play: i ragazzi, dopo aver appreso l'uso del denaro e le principali cose da dire al fine di rendere funzionale e semplice l'acquisto di un gelato, simulano in un contesto strutturato e protetto l'azione che faranno nella vita reale. A tale scopo vengono preparati un finto bancone, con molti gusti differenti, prezzi tra cui scegliere, diversi tipi di coppette/coni… Proprio per rendere la simulazione in studio il più simile possibile al contesto reale.

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5. Role play imprevisti: quando i ragazzi sono sicuri, vengono inseriti gli imprevisti nei copioni. Questa si dimostra una strategia utile in quanto, come ben sappiamo, il contesto reale non è sempre prevedibile (es. il cioccolato l'ho finito, mi dispiace… C'è rumore, puoi parlare più forte con la mascherina che non capisco?)

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Intervento naturalistico:

Quando i ragazzi sono pronti, si organizza l'uscita nel contesto reale. Questo step è fondamentale sia per permettere ai ragazzi di mettersi alla prova in situazioni dove non è tutto perfettamente strutturato e prevedibile, sia per far capire a noi operatori cosa effettivamente è stato appreso ed interiorizzato e su cosa, invece, è necessario lavorare ulteriormente.

La bellezza di questo progetto sta proprio nel vedere i ragazzi felici di potersi mettere in gioco per davvero, con l'eventuale supporto di un adulto al loro fianco, ma al di fuori delle mura di uno studio, dove sicuramente l'allenamento è fondamentale, ma non corrisponde alla vita reale.

Nel frattempo è stato costruito un micro gruppo di adolescenti felici di vedersi, condividere momenti e in grado di supportarsi in questa fase delicata dello sviluppo. Il lavoro insieme, infatti, si estende anche ad argomenti delicati e fondamentali, come quello della sessualità, ma questo è un altro capitolo.

In conclusione, questo progetto ci ha permesso di rispondere alla richiesta dei miei ragazzi gridata a gran voce: "i nostri amici vanno sempre da soli a comprare il gelato, la focaccia, a mangiarsi la pizza… noi non possiamo fare niente, ma perché?" e dare loro modo di capire che anche loro possono farcela, basta solo volerlo.