Il progetto è frutto della collaborazione di un'equipe specializzata sul Disturbo dello Spettro Autistico, dentro e fuori dallo studio. Ciò che ha permesso a questi ragazzi di mettersi in gioco veramente, è stata infatti l'unione di due interventi fondamentali: l'intervento strutturato in studio e l'esperienza nel contesto naturale e reale.
Ecco le principali fasi dell'intervento, ognuna costruita in base all'abilità da apprendere (esempio: comprare un gelato).
Intervento strutturato in studio:
Quando i ragazzi sono pronti, si organizza l'uscita nel contesto reale. Questo step è fondamentale sia per permettere ai ragazzi di mettersi alla prova in situazioni dove non è tutto perfettamente strutturato e prevedibile, sia per far capire a noi operatori cosa effettivamente è stato appreso ed interiorizzato e su cosa, invece, è necessario lavorare ulteriormente.
La bellezza di questo progetto sta proprio nel vedere i ragazzi felici di potersi mettere in gioco per davvero, con l'eventuale supporto di un adulto al loro fianco, ma al di fuori delle mura di uno studio, dove sicuramente l'allenamento è fondamentale, ma non corrisponde alla vita reale.
Nel frattempo è stato costruito un micro gruppo di adolescenti felici di vedersi, condividere momenti e in grado di supportarsi in questa fase delicata dello sviluppo. Il lavoro insieme, infatti, si estende anche ad argomenti delicati e fondamentali, come quello della sessualità, ma questo è un altro capitolo.
In conclusione, questo progetto ci ha permesso di rispondere alla richiesta dei miei ragazzi gridata a gran voce: "i nostri amici vanno sempre da soli a comprare il gelato, la focaccia, a mangiarsi la pizza… noi non possiamo fare niente, ma perché?" e dare loro modo di capire che anche loro possono farcela, basta solo volerlo.
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