Di Ugo su Venerdì, 18 Ottobre 2019
Categoria: DSA-BES

Leonardo da Vinci aveva l'ADHD?


Una nuova ricerca* del King's College di Londra e dell'Università di Pavia apre una nuova prospettiva sull'incredibile personaggio di Leonardo da Vinci.

Questa ricerca darebbe finalmente una spiegazione ad alcune caratteristiche di Leonardo, come la tendenza a non finire i progetti, a passare rapidamente da una disciplina ad un'altra e la capacità di iperfocalizzarsi: l'ADHD.

Precedenti studi, infatti, avevano collegato l'ADHD ad una elevata creatività. Se da una parte è vero che le persone con ADHD faticano a concentrarsi, è altrettanto vero che queste persone possono focalizzarsi così intensamente in un progetto o nei suoi dettagli, da letteralmente annullare tutto il resto. Questa capacità, combinata con la caratteristica delle persone con ADHD di assumere rischi e di pensare in modo divergente, può spiegare un'aumentata creatività e produttività.

Leggi anche "L''Hyperfocus: l'arma segreta degli ADHD?"


Sono moltissimi i lavori di Leonardo che sono considerati mai terminati. Il più famoso? La Gioconda.
Non tutti sanno che Leonardo faticò  molto per affermarsi come artista. Trasferitosi a Firenze da adolescente, restò nella bottega del Verrocchio fino all'età di 26 anni quando avviò un suo laboratorio. La prima commessa che ottenne fu interamente saldata dal committente e mai consegnata da Leonardo. È interessante notare come alla stessa età Raffaello avesse già completato oltre 80 progetti artistici, alcuni di altissimo prestigio.
Gli autori della ricerca pongono l'accento su un aspetto poco discusso quando si parla di Leonardo. Probabilmente, quando dovette lasciare Firenze per andare a lavorare come musicista a Milano, Leonardo sentiva su di sé un senso di fallimento e di frustrazione. Era consapevole delle sue difficoltà, lo dimostra la sua riluttanza nell'accettare commesse che prevedevano affreschi, ben conscio di come questi richiedessero un'esecuzione puntuale prima che i colori si seccassero. Un caso a noi noto è quello in cui, nel tentativo ad aggirare le sue difficoltà o di "compensarle", come diremmo oggi, provò ad utilizzare dei pigmenti ad olio con nuove tecniche da lui ideate, che però danneggiarono l'Ultima Cena e certamente distrussero altri lavori.
I ricercatori hanno esaminato la documentazione storica che conferma le difficoltà di Leonardo nella gestione del tempo e la sua tendenza a procrastinare, caratteristiche tipiche dell'ADHD; inoltre queste difficoltà erano presenti fin dall'infanzia, condizione essenziale per una diagnosi di questo tipo. I documenti ci dicono anche che Leonardo era in costante movimento, sempre occupato con nuovi studi e progetti, ma saltando spesso da uno all'altro. Come molte persone con ADHD, dormiva pochissimo e aveva l'abitudine di lavorare durante la notte.

Le difficoltà di Leonardo possono essere viste come l'altra faccia della medaglia del suo genio e crediamo sia importante ricordarle insieme ai suoi straordinari talenti, perché ci ricordano come l'uomo può provare a spingersi oltre superando gli ostacoli e le avversità. 

Clicca qui per approfondire che cos'è l'ADHD.

*Marco Catani, Paolo Mazzarello, Grey Matter Leonardo da Vinci: a genius driven to distraction, Brain, Volume 142, Issue 6, June 2019, Pages 1842–1846, https://doi.org/10.1093/brain/awz131