Di Ugo su Mercoledì, 11 Novembre 2020
Categoria: Autismo

Aiutami a comunicare con te

Il disturbo dello spettro autistico è caratterizzato da difficoltà nell'area della comunicazione e dell'interazione sociale. Inoltre è presente un'eccessiva aderenza a routine e a rituali motori o verbali con resistenza al cambiamento; fissazione per interessi particolari o ristretti in modo anormale nella durata o nell'intensità; iper o ipo reattività agli stimoli sensoriali o inusuale interesse per particolari dettagli dell'ambiente.
L'eterogeneità del disturbo fa sì che ogni intervento vada costruito e cucito addosso alla persona con autismo: sulla base delle sue caratteristiche, l'intervento andrà quindi personalizzato e individualizzato.
La strutturazione del tempo, dello spazio e dell'insegnamento, così come l'uso di strumenti di comunicazione visiva (come agende della giornata, strisce visive, ecc.) appaiono fondamentali per la creazione di percorsi riabilitativi ed educativi.
L'educazione strutturata si presenta infatti come un'ottima strategia di intervento tesa a costruire e arricchire l'autonomia dei singoli e a contrastare i comportamenti-problema di ognuno, in un ambiente ricco di stimoli.

È quindi possibile aiutare la persona con ASD a decifrare e comprendere ambiente e situazioni?
Sì, attraverso la strutturazione dell'ambiente e dello spazio, utilizzando l'insegnamento strutturato tramite l'ausilio di supporti visivi: creando quindi una sorta di "manuale di istruzioni" per comprendere l'ambiente sociale.
La strutturazione visiva risponde infatti alle domande:

-DOVE?

-COSA?

-COME?

-CON CHI?

-QUANDO?

-PER QUANTO TEMPO?

-COSA SUCCEDE DOPO?

Ma cosa significa strutturare?
Vuol dire organizzare in modo preciso, chiaro e dettagliato attività, materiali, spazi, tempi di lavoro e di riposo, relazione e aiuti in tutti i contesti di vita della persona con autismo.
Esistono inoltre modalità specifiche che possono facilitare e migliorare la comunicazione di tutte le persone che hanno difficoltà ad utilizzare i più comuni canali comunicativi, come il linguaggio orale e la scrittura: come la CAA -Comunicazione Aumentativa Alternativa- o PECS -Sistema di Comunicazione mediante Scambio per Immagini- (Bondy e Frost, 1994, Visconti e altri, 2007).

Nei prossimi articoli verranno approfonditi questi spunti, per sottolineare l'importanza di un contesto riabilitativo costruito su misura del bambino o del ragazzo con autismo e, sulla base delle sue caratteristiche, individualizzato e personalizzato. È inoltre fondamentale che il codice comunicativo venga condiviso da tutti i partner comunicativi del bambino, in tutti i suoi contesti, e che l'apprendimento strutturato non sia limitato al contesto riabilitativo. Come dimostrato da numerosi studi, è infatti necessario il coinvolgimento attivo dei familiari e della scuola.

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