I NOSTRI SERVIZI

Ambulatorio Autismo

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"Perché ognuno possa scrivere la propria storia"

L’Ambulatorio Autismo di Centro Leonardo è una struttura dedicata a supportare i bambini e adolescenti con Disturbo dello Spettro Autistico.

 

L’equipe multidisciplinare che opera presso l’ambulatorio offre un servizio di primaria importanza per le famiglie, si occupa di valutazione e presa in carico.

L’equipe è composta da professionisti specializzati e motivati che lavorano insieme con l'obiettivo di individuare il migliore trattamento possibile per ogni paziente garantendo al tempo stesso un adeguato supporto ai genitori.

La formazione continua è un elemento distintivo dell’equipe in modo da poter offrire alle famiglie progetti innovativi.

L'obiettivo primario dei nostri percorsi è quello di seguire il paziente nei suoi diversi ambiti di vita perché l'intervento a casa, a scuola e nella comunità è considerato il trattamento primario per i disturbi dello spettro autistico. L'approccio che utilizziamo è quindi quello di progettare cambiamenti utilizzando il più possibile l’ambiente naturale del bambino.

Che cosa è l’Autismo

E' un disturbo del neurosviluppo presente già dalla prima infanzia che coinvolge l'interazione sociale e la comunicazione, il tipo di interessi e le modalità di comportamento; si parla di disturbi dello spettro autistico perchè può assumere diverse sfumature.

I servizi offerti:

  • Valutazione diagnostica multidisciplinare
  • Neuropsicomotricità
  • Logopedia
  • Intervento psicoeducativo
  • Intervento educativo domiciliare
  • Terapia ABA / CAA
  • Intervento a scuola
  • Psicoterapia cognitivo comportamentale
  • Musicoterapia 

L’equipe è composta da:

Psicologi, Neuropsichiatri infantili, Terapisti della NeuroPsicomotricità, Logopedisti, Educatori, Musicoterapeuta.

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I VANTAGGI DELLA DIAGNOSI PRECOCE

E’ scientificamente provato che un intervento precoce porta a risultati migliori.

Una diagnosi precoce consente di avviare il prima possibile i trattamenti di cui il bambino ha bisogno.

COME SI SVOLGE UNA DIAGNOSI

La valutazione è necessariamente clinica e multiprofessionale, questo consente di avere una fotografia più accurata e completa del funzionamento del bambino e del suo sviluppo.

Una valutazione è solitamente così organizzata:

  • Colloquio dei genitori con lo psicologo per raccolta di informazioni e per spiegazione dell'iter diagnostico;
  • Osservazione neuropsicomotoria e valutazione logopedica;
  • Valutazione del livello cognitivo e utilizzo di strumenti standardizzati specifici per l'autismo (per esempio test ADOS, intervista ADI-R, ecc.);
  • Valutazione clinica neuropsichiatrica;
  • Colloquio conclusivo per spiegazione dei risultati e proposta di intervento.
La valutazione individualizzata è infatti fondamentale anche per impostare l'intervento riabilitativo e per poter formulare un Progetto Psicoeducativo.

Con i genitori

Ricevere una diagnosi di autismo può essere emotivamente molto faticoso per i genitori, ed è importante non sentirsi soli in questa fase delicata. Nel colloquio finale del percorso diagnostico infatti viene dedicato uno spazio per dare indicazioni ai genitori su cosa possono fare per ottenere dei miglioramenti nel proprio figlio.

E' per noi importante essere un punto di riferimento per le famiglie in modo da sentirsi meno confusi e spaventati.

I genitori sono per noi alleati fondamentali di qualsiasi progetto di intervento e necessariamente vanno coinvolti e supportati in ogni fase, dalla diagnosi alla presa in carico.

 

Con le Scuole

Gli insegnanti che lavorano con bambini in carico presso l'Ambulatorio Autismo vengono seguiti e supportati dai professionisti al fine di garantire un intervento di rete che coinvolga tutte le figure adulte che ruotano intorno al bambino. Il lavoro di squadra tra professionisti sanitari e insegnanti è centrale e consente una reale generalizzazione di quanto appreso nelle sedute in studio.

 

E… con i Bambini

I bambini con Disturbi dello Spettro Autistico devono poter avere le opportunità di tutti gli altri bambini. Una sfida che bisogna vincere insieme, lavorando tutti nella stessa direzione per lo stesso risultato.

Attività nel periodo Covid (idee, giochi, routine e autonomie)
Scarica gratuitamente i materiali QUI

I NOSTRI PROGETTI DI INTERVENTO

L’eterogeneità del disturbo fa sì che ogni intervento vada costruito e cucito su misura sulla persona con autismo: sulla base delle sue caratteristiche e delle esigenze ambientali, l’intervento andrà quindi personalizzato e individualizzato.

I tipi di intervento da noi proposti seguono le linee guida nazionali e le raccomandazioni dell'istituto Superiore di Sanità, in particolare crediamo fermamente che sia fondamentale impostare un intervento che coinvolga in primis i genitori, per aiutarli a interagire con i propri figli.

Le linee guida dicono precisamente che: “I programmi di intervento mediati dai genitori sono raccomandati nei bambini e negli adolescenti con disturbi dello spettro autistico, poiché sono interventi che possono migliorare la comunicazione sociale e i comportamenti problema, aiutare le famiglie a interagire con i loro figli, promuovere lo sviluppo e l’incremento della soddisfazione dei genitori, del loro empowerment e benessere emotivo“.

Seguiamo diversi modelli di intervento che usiamo a seconda delle esigenze di ciascun paziente e della situazione che sta vivendo. Spesso questi modelli vengono integrati tra loro per offrire un programma più efficace.

 

Gli obiettivi di ciascun intervento vanno individualizzati per ciascun bambino e ragazzo anche sulla base della sua valutazione funzionale.

Qui sono elencati alcuni possibili obiettivi:

  • Migliorare le abilità sociali
  • Incrementare la comunicazione spontanea funzionale
  • Potenziamento cognitivo
  • Incrementare e variare le modalità di gioco
  • Ridurre i problemi di comportamento
  • Migliorare la conoscenza delle proprie emozioni e la capacità di mentalizzazione
  • Migliorare le abilità scolastiche

 

Di seguito riportiamo esempi di alcuni dei nostri interventi. Cliccando su ciascuno è possibile visionare una descrizione dell'intervento, i materiali usati, e anche gli ambienti e i materiali dedicati del nostro ambulatorio.

Gli interventi presentati sono condotti da psicologi o educatori adeguatamente formati.

La strutturazione del tempo, dello spazio e dell’insegnamento, così come l’uso di strumenti di comunicazione visiva (come agende della giornata, strisce visive, ecc) appaiono fondamentali per la creazione di percorsi riabilitativi ed educativi.

L’educazione strutturata si presenta infatti come un’ottima strategia di intervento tesa a costruire e arricchire l’autonomia dei singoli e a contrastare i comportamenti-problema di ognuno, in un ambiente ricco di stimoli.

È quindi possibile aiutare la persona con Autismo a decifrare e comprendere ambiente e situazioni?
Si, attraverso la strutturazione dell'ambiente e dello spazio, utilizzando l’insegnamento strutturato tramite l’ausilio di supporti visivi: creando quindi una sorta di “manuale di istruzioni” per comprendere l’ambiente sociale. La strutturazione visiva risponde infatti alle domande:

- DOVE?
- COSA?
- COME?
- CON CHI?
- QUANDO?
- PER QUANTO TEMPO?
- COSA SUCCEDE DOPO?

Ma cosa significa strutturare?
Vuol dire organizzare in modo preciso, chiaro e dettagliato attività, materiali, spazi, tempi di lavoro e di riposo, relazione e aiuti in tutti i contesti di vita della persona con autismo.

Esistono inoltre modalità specifiche che possono facilitare e migliorare la comunicazione di tutte le persone che hanno difficoltà ad utilizzare i più comuni canali comunicativi, come il linguaggio orale e la scrittura: come la CAA (Comunicazione Aumentativa alternativa), o PECS (specifico sistema di comunicazione funzionale basato sullo scambio per immagini (Bondy e Frost, 1994, Visconti a altri, 2007).

È fondamentale che il codice comunicativo venga condiviso da tutti i partner comunicativi del bambino, in tutti i suoi contesti, e che l’apprendimento strutturato non sia limitato al contesto riabilitativo. Come dimostrato da numerosi studi, è infatti necessario il coinvolgimento attivo dei familiari e della scuola.

INTERVENTO SULL'AMBIENTE E GESTIONE DELLO SPAZIO

Un ambiente ben pianificato e strutturato aiuta la persona con autismo ad organizzare meglio il mondo e a rispondere in modo più funzionale e autonomo (Comunicazione e reciprocità sociale nell’Autismo, K. A. Quill, 2007).
Molti bambini con autismo apprendono meglio utilizzando il canale visivo, in quanto le parole “scompaiono” una volta dette, gli aiuti visivi permangono più a lungo nel tempo (Arduino, 2020).

L’obiettivo di una chiara strutturazione dell’ambiente fisico è quello di limitare il più possibile la confusione, oltre a rendere più chiaro cosa avverrà in seguito.

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Foto Ambulatorio Autismo presso Centro Leonardo.

Troppi stimoli visivi simultanei possono creare quello che può essere definito “rumore visivo” e quindi caos: è utile a casa, a scuola e nel setting terapeutico, suddividere i giochi in categorie e chiuderli in scatole, armadi, o cassetti, etichettati con foto che svelano cosa si può trovare al loro interno. Le scaffalature aperte con troppi giocattoli, inoltre, possono portare il bambino a scegliere sempre lo stesso gioco. (l’apprendimento visivo nell’Autismo”, P. Dyrbjerg & M. Vedel, 2008, Erickson).

Essere immerso in uno spazio etichettato ed organizzato facilita appunto la persona con autismo poiché fornisce controllo, comprensione e stabilità, permettendogli di orientarsi dello spazio e ritrovare gli oggetti al loro posto. Inoltre, la presenza di stimoli ovunque nel contesto, né facilita l’uso corretto e funzionale.
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Foto Ambulatorio Autismo presso Centro Leonardo.



È quindi fondamentale una “pulizia sensoriale”, ovvero un ambiente semplice e prevedibile: sul tavolo di lavoro devono essere presenti solo i materiali necessari allo svolgimento delle attività ed eventuali supporti visivi per la comunicazione. In ugual modo anche le pareti devono essere il meno affollate possibile da disegni, foto o simili. La presenza di ogni oggetto non necessario confonde, distrae e riduce l’attenzione del bambino.

Costruire un ambiente facilitante e prevedibile significa anche strutturare il tempo del bambino: questo è possibile farlo grazie alla suddivisione degli spazi in modo chiaro e concreto, a regole visive o a programmi specifici come il programma TEACCH, alle strisce visive, ecc.

Le strisce anticipano al bambino cambiamenti, attività nuove, lo aiutano a rendere concreto e comprensibile il passaggio da un gioco ad un altro o la fine di un esercizio, e possono aiutarlo a sapere con chi avverranno le varie Attività. (Costruire libri e storie con la CAA, M. A. Costantino, 2011).

STRUTTURARE IL TEMPO CON I SUPPORTI VISIVI

Come abbiamo visto, la strutturazione dello SPAZIO è fondamentale per creare un ambiente facilitante: quanto più prevedibile diventa l’ambiente, tanto più regolato sarà il comportamento del bambino.
Ma esiste un altro fondamentale elemento di attenzione su cui soffermarsi: la strutturazione del TEMPO.

Il tempo è un concetto difficile da comprendere per le persone con autismo, in quanto si basa su dati non concreti e visibili. Può quindi diventare difficile riuscire a rispondere a semplici domande come: "Cosa succederà dopo? Per quanto tempo dura questa attività?; Quando potrò fare quello che desidero?; Quanto devo aspettare?".

Per aumentare il controllo della persona e la sua autonomia, esistono numerose strategie:

1- Creare routine e programmi chiari, evidenti e costanti per aumentare la comprensione e la prevedibilità degli eventi, grazie all’utilizzo di supporti visivi che delineano il susseguirsi delle diverse attività e delle pause (in tutti i contesti di vita) (http:// memoesperienze.comune.modena.it/progettoautismo/index_htm_files/accoglienza%20e%20presa%20in%20carico.pdf)

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Sulla base delle caratteristiche della persona con autismo, tali strategie possono essere costituite da oggetti, carte/oggetto, fotografie, simboli di vario tipo, disegni, parole, ecc.


2- Rappresentare in modo concreto la durata e/o la fine di un’attività, per preparare il bambino al termine del momento piacevole senza “coglierlo di sorpresa”, cercando così di prevenire il rifiuto verso la richiesta dell’adulto

Oltre a questo tipo di strategia, si possono usare Timer visivi e sonori, clessidre, simboli, ecc.

 3- Strategie visive per l’apprendimento di nuove abilità e autonomie

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Esempio delle sequenze “lavaggio mani” / “faccio pipì” presso l’Ambulatorio Autismo, Centro Leonardo.

Per ogni abilità che la persona può o deve imparare, possono essere create strisce visive costituite da oggetti concreti (es. vestirsi = predisporre uno accanto all’altro gli indumenti che il bambino dovrà indossare, posizionandoli in sequenza); oppure strisce costituite da foto, disegni, simboli, ecc.


4- Strategie visive per l’apprendimento di regole sociali

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5- Strategie per comunicare una richiesta d’aiuto o una pausa offrendo scelte

6- Agende visive della giornata o della settimana: sulla base delle caratteristiche della persona con autismo, si possono utilizzare oggetti concreti, foto, disegni, scritte, ecc

Come fare?

Oltre all’aiuto dei terapisti, potete realizzare voi stessi i supporti visivi a scuola e a casa. Attraverso scritte, disegni, immagini sul web, o scattando direttamente delle foto con il vostro cellulare o una fotocamera! In seguito è sufficiente stamparle e creare i supporti visivi più utili al vostro bambino.

Attenzione però! È importante utilizzare uno sfondo neutro e mettere in primo piano il soggetto della foto: se si scattano foto da troppo lontano, o se gli oggetti sono appoggiati su pavimenti o tavoli colorati e pieni di fantasie, lo sfondo tende ad essere occupato da altri stimoli e può attirare l’attenzione delle persone con autismo.

Per fa si che i supporti visivi durino a lungo è opportuno plastificarli dopo averli stampati.

PROGETTO RAGAZZI: DIVENTIAMO AUTONOMI... INSIEME!

Il progetto è frutto della collaborazione di un'equipe specializzata sul Disturbo dello Spettro Autistico, dentro e fuori dallo studio. Ciò che ha permesso a questi ragazzi di mettersi in gioco veramente, è stata infatti l'unione di due interventi fondamentali: l'intervento strutturato in studio e l'esperienza nel contesto naturale e reale.

Ecco le principali fasi dell'intervento, ognuna costruita in base all'abilità da apprendere (esempio: comprare un gelato).

Intervento strutturato in studio:

  1. Videomodeling: visione di un filmato in cui un ragazzo va a comprare un gelato.
  2. Esercizi di apprendimento all'uso del denaro.
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3.  Copioni della conversazione e simulazione.

4. Role play: i ragazzi, dopo aver appreso l'uso del denaro e le principali cose da dire al fine di rendere funzionale e semplice l'acquisto di un gelato, simulano in un contesto strutturato e protetto l'azione che faranno nella vita reale. A tale scopo vengono preparati un finto bancone, con molti gusti differenti, prezzi tra cui scegliere, diversi tipi di coppette/coni… Proprio per rendere la simulazione in studio il più simile possibile al contesto reale.

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5. Role play imprevisti: quando i ragazzi sono sicuri, vengono inseriti gli imprevisti nei copioni. Questa si dimostra una strategia utile in quanto, come ben sappiamo, il contesto reale non è sempre prevedibile (es. il cioccolato l'ho finito, mi dispiace… C'è rumore, puoi parlare più forte con la mascherina che non capisco?)

Intervento naturalistico:

Quando i ragazzi sono pronti, si organizza l'uscita nel contesto reale. Questo step è fondamentale sia per permettere ai ragazzi di mettersi alla prova in situazioni dove non è tutto perfettamente strutturato e prevedibile, sia per far capire a noi operatori cosa effettivamente è stato appreso ed interiorizzato e su cosa, invece, è necessario lavorare ulteriormente.

La bellezza di questo progetto sta proprio nel vedere i ragazzi felici di potersi mettere in gioco per davvero, con l'eventuale supporto di un adulto al loro fianco, ma al di fuori delle mura di uno studio, dove sicuramente l'allenamento è fondamentale, ma non corrisponde alla vita reale.

Nel frattempo è stato costruito un micro gruppo di adolescenti felici di vedersi, condividere momenti e in grado di supportarsi in questa fase delicata dello sviluppo. Il lavoro insieme, infatti, si estende anche ad argomenti delicati e fondamentali, come quello della sessualità, ma questo è un altro capitolo.

In conclusione, questo progetto ci ha permesso di rispondere alla richiesta dei miei ragazzi gridata a gran voce: "i nostri amici vanno sempre da soli a comprare il gelato, la focaccia, a mangiarsi la pizza… noi non possiamo fare niente, ma perché?" e dare loro modo di capire che anche loro possono farcela, basta solo volerlo.

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