La selettività alimentare è molto frequente nei bambini con Disturbo dello Spettro Autistico. Si stima, infatti, che il 60-70% di bambini con ASD presentino problemi di selettività.
Ma cosa vuol dire "selettività alimentare"?
I bambini selettivi possono opporsi o rifiutarsi di provare nuovi cibi, limitare le loro scelte alimentari a causa di diversi fattori come la consistenza, il gusto, l'olfatto, la temperatura, l'aspetto, la presentazione (come il cibo è posto nel piatto), la marca del cibo (Ranjan, S., & Nasser, J. A., 2015), possono mangiare solo in alcuni luoghi, selezionare i cibi in base a colore, consistenza, accettare il cibo solo se presentato in specifici contenitori, ecc.
Ma torniamo alla domanda principale… "È possibile fare qualcosa?": SÌ.
Innanzitutto, l'intervento sulla selettività alimentare deve essere altamente individualizzato e cucito sulla base delle caratteristiche del bambino: deve coinvolgere fattori sensoriali e cognitivi, è parte del percorso psicoeducativo e ne propone gli stessi principi.
In secondo luogo, l'intervento deve coinvolgere la famiglia durante l'intera durata: i genitori vanno infatti supportati e affiancati durante il percorso, vanno fornite strategie, aiuti e consigli pratici.
Cosa prevede il trattamento?
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