Psicologia e Apprendimento

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Gli stili cognitivi: convergente vs divergente

Come è stato sottolineato dagli articoli precedenti, il termine di stile cognitivo venne utilizzato per la prima volta da Allport nel 1937, il quale lo definì come un modo di riferirsi a diversi tipi di personalità o di comportamento. Non rappresentano un'indicazione sul livello di intelligenza di una persona, ma sono modi specifici di estrarre informazioni dall'ambiente circostante e di organizzarle ordinatamente. Con l'obiettivo di creare un sistema di classificazione unitario, sono stati ideati differenti modelli: per gli stili che si basano sulla personalità, si ha il modello di Myers e Myers, proposto nel 1980, il quale riprende la teoria dei tipi di Jung (1971) e il modello di Kirton del 1976. Per gli stili che si fondano sull'attività, è stato elaborato il modello dell'autogoverno mentale introdotto da Sternberg nel 1996 e i modelli sugli stili di apprendimento e di insegnamento. Per gli stili centrati sull'attività cognitiva, il modello proposto da Miller nel 1987 si basa sulla considerazione delle strategie "preferite" dalle persone nell'elaborazione dell'informazione, secondo l'approccio classico dello Human Information Processing (HIP). Miller ha suddiviso l'attività cognitiva in tre processi principali: la percezione, la memoria e il pensiero. Al loro interno ha identificato dei sotto-processi che possono essere interpretati come differenti stili cognitivi: si hanno lo stile cognitivo globale vs. analitico; lo stile cognitivo dipendente dal campo vs. indipendente dal campo; lo stile cognitivo verbale vs. visivo; lo stile cognitivo divergente vs. convergente; lo stile cognitivo sistematico vs. intuitivo, e infine, lo stile cognitivo impulsivo vs. riflessivo. In questo breve articolo ci soffermeremo sullo stile cognitivo convergente vs. divergente.

Il recupero dell'informazione: stile convergente vs. divergente
Il concetto di pensiero divergente è stato preso in considerazione per la prima volta da Guilfort nella sua teoria multifattoriale dell'intelligenza del 1967. Egli ha posto una distinzione tra pensiero convergente e pensiero divergente: il primo viene attivato nelle situazioni in cui è richiesta una sola risposta ed è caratterizzato dalla messa in atto di ciò che è stato precedentemente appreso. La persona "convergente", basandosi sulle informazioni di cui dispone, procede seguendo un percorso lineare e sequenziale, convergendo verso una risposta unica, spesso convenzionale e prevedibile. Questo tipo di pensiero è circoscritto entro i confini del compito che si sta affrontando e segue le sue linee interne, utilizzando regole già definite e codificate. Il secondo tipo di pensiero, quello divergente, parte dall'informazione data per procedere in modo autonomo e creativo, generando risposte e soluzioni originali e flessibili; supera la chiusura dei dati del problema, esplora varie direzioni e produce qualcosa di nuovo e di diverso. Esso risulta più adatto alla soluzione di quelle situazioni problematiche le quali richiedono la generazione di diverse risposte ugualmente accettabili.
Secondo Guilfort, i principali aspetti che contraddistinguono quest'ultimo pensiero sono:

  • la fluidità di idee, data dal numero di risposte fornite da una persona nel medesimo compito;
  • la flessibilità, data dal numero delle differenti categorie di risposte;
  • l'originalità, fornita dal carattere inconsueto e unico di una risposta;
  • la qualità, che comprende l'adeguatezza della risposta in un determinato contesto.

In ambito educativo, lo stile convergente risulta essere quello maggiormente enfatizzato e incoraggiato quotidianamente dagli insegnanti a scapito di quello divergente.
Il pensiero divergente può essere misurato attraverso alcuni strumenti: ad esempio si può utilizzare il Test della Creatività e Pensiero Divergente (TCD) di Williams (1994). Esso è costituito da dodici item rappresentati da altrettante cornici, le quali contengono al loro interno alcune linee o abbozzi di figure e forme. Partendo da queste linee, le persone devono disegnare degli oggetti e delle figure.

 

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