Dicesi "elefante in una vetreria" una persona che con qualsiasi piccolo atto sembra incapace di passare inosservata, poco importa se intenzionalmente o involontariamente, e che per forza di cose finirà per rompere qualcosa: un ambiente di lavoro sereno, un gioco, un'amicizia, una relazione, la spiegazione di un insegnante, oppure, molto più semplicemente, le scatole a qualcuno.
Questo modo di dire presuppone che la vetreria fosse lì prima dell'animale. L'elefante è entrato per caso, è fuori posto e probabilmente non l'ha invitato nessuno. Questo contribuisce al disagio e di certo non aiuta l'autocontrollo.
Ma supponiamo che questo setting sia stato costruito diversamente: l'elefante si trova nel mezzo di una savana alberata, a cielo aperto, libero di scaricare la propria energia muovendosi in tutte le direzioni. Può mangiare quando ha fame, coricarsi se ne sente il bisogno, è un animale grande e forte. Forse un po' maldestro, ma non fa male a nessuno. È libero di essere se stesso.
Adesso immaginate che qualcuno circondi l'elefante e gli costruisca una vetreria attorno. Improvvisamente l'animale è bloccato (nessuno l'aveva preparato), la sua energia contenuta in modo innaturale ed ecco che si sente fuori posto e comincia a far danni.
Inizia magari inavvertitamente, pensando ingenuamente di potersi mettere a correre ed andare a procurarsi il cibo come faceva prima… invece rompe subito qualcosa. Immediatamente viene segnalato a chi di dovere e quello che è stato un errore ingenuo si trasforma, prima in un'etichetta, poi in un ruolo ed infine in un atteggiamento ripetuto, volontaria manifestazione di disagio.
Nell'aula di scuola e nelle relazioni umane in generale, l'individuo che crea disagio non è sempre la causa originaria del problema. Il sistema forse non è pronto ad accoglierlo, oppure qualcosa è fallito nella fase di inserimento o in quella di progettazione.
Ci capita di riportare a terzi situazioni di tensione scaturite dallo "scomodo" comportamento di un singolo, un alunno (oppure un docente… perché no?) che si infiamma, ci accusa senza ragione, magari ci minaccia o danneggia ingiustamente.
Possono servire giorni, mesi o anni scolastici, per accorgersi che magari l'elefante stava solo facendo l'elefante e chissà che la vera causa di tutto non fossero proprio gli (apparentemente) innocenti osservatori, che con noncuranza hanno costruito un castello di vetro che l'elefante sarebbe stato inevitabilmente destinato a rompere.
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