Psicologia e Apprendimento

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Psicologia e Apprendimento

Il mio bambino non mangia niente, perché?

I disturbi alimentari dell'infanzia rappresentano un problema molto comune, circa il 25% dei bambini con uno sviluppo tipico e l'80% dei bambini con ritardo dello sviluppo possono infatti presentare un disturbo della nutrizione e dell'alimentazione. Questo può insorgere già in età neonatale, durante la quale si manifesta con pianto, coliche, irritabilità o ipereccitabilità, o comparire tra il primo e secondo anno di vita, con apparente mancanza di interesse o rifiuto alimentare ed atteggiamenti oppositivi da parte del bambino (getta il cibo o lo allontana, piange quando gli viene offerto).

Più frequentemente un disturbo alimentare può esordire tra i 6 mesi e 4 anni di età, in concomitanza con il divezzamento e quindi l'utilizzo di una "strumentazione" per alimentarsi (cucchiaio, bicchiere o tazza) e la modifica della consistenza, da una liquida a una semisolida/cremosa.
Lo sviluppo delle abilità alimentari di masticazione e migliore gestione di alimenti morbidi e solidi inizia tra i 6-8 mesi di età. I bambini in questa fascia di età vogliono essere autonomi, cercano l'indipendenza e sono facilmente distraibili dall'ambiente circostante durante il pasto.
La capacità di gestire motoriamente il cambio di consistenza e delle caratteristiche del cibo (durezza, omogeneità, volume, viscosità), oltre alle abilità cognitive ed alle capacità sensoriali (gusto, olfatto, vista) rappresentano le tappe principali dello sviluppo delle capacità oromotorie. Bisogna poi sottolineare quanto il rapporto emotivo con il cibo sia fondamentale in una sana relazione con esso: passate ospedalizzazioni, utilizzo di sondino naso-gastrico ed episodi di soffocamento possono determinare l'evolversi di una paura nei confronti degli alimenti. Anche atteggiamenti ansiosi, iperprottettivi e preoccupati dei genitori non favoriscono la ricerca di autonomia nel bambino ed il suo approccio sereno al momento del pasto. La distinzione quindi tra cause organiche e non-organiche sarà fondamentale per risolvere il problema ed include una corretta raccolta di dati sulla storia familiare e del bambino, l'interpretazione del ruolo dei fattori ambientali (modalità del pasto, atteggiamento dei genitori, disturbi del comportamento o dello sviluppo psicomotorio, ecc.1), esami obiettivi e diario alimentare.
Indicatori clinici che indicano una deglutizione incoordinata sono per esempio tosse, rigurgito, episodi di soffocamento, una voce rauca o gorgogliante al pasto.
Alcuni suggerimenti pratici che si possono dare ai genitori per un corretto sviluppo delle abilità motorie orali del bambino e un giusto atteggiamento verso il cibo sono possono essere:
- seguire le indicazioni circa gli alimenti e le dimensioni giuste per ogni fase del divezzamento;
- utilizzare i giusti utensili (cucchiai troppo profondi possono per esempio non consentire al bambino una giusta presa del bolo);
- eliminare abitudini viziate quali l'utilizzo del biberon, preferendo tazze, bicchieri e normali bottiglie a quelle con il succhietto;
- cercare di svolgere insieme almeno un pasto al giorno, seduti insieme a tavola;
- consentire al bambino di sperimentare con le mani le diverse consistenze, odori e sapori senza "paura" che si sporchi o sporchi intorno a lui;
- garantire una buona varietà alimentare;
- avvicinare il bambino al cibo anche in altri momenti, coinvolgendolo per esempio nella preparazione dei pasti e della tavola.

Per qualunque dubbio o difficoltà, rivolgetevi sempre al vostro pediatra, che vi saprà indirizzare ad eventuali visite nutrizionali, foniatriche, gastroenterologiche o ad un logopedista esperto nel settore che potrà darvi i giusti consigli sulla stimolazione orale e guidare il bimbo verso una corretta alimentazione.

Logopedista
Dott.ssa Alessia Arnaldi
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